San Demetrio De' Vestini

The station of S. Demetrio De’ Vestini inaugurated in 1875, is in the Aterno Valley, lower than the plateau where the town stands (662 m).

Curiously, the name of the station differs slightly from the official name of the municipality.

In the territory of the current municipality of L'Aquila, once resided the Vestini, an Italic population, which entirely occupied the Aterno Valley.

Nel medioevo il castello, oggi scomparso, di Sinizzo partecipò alla fondazione della città dell’Aquila come fortificazione fondatrice, occupando il quarto di Santa Giusta. Successivamente cadde sotto il controllo aquilano, riuscì a liberarsene solo durante la prima metà del Quattrocento, ovvero con la fondazione dell’Università. Il comune, da allora, cominciò a svilupparsi demograficamente ed economicamente grazie alla coltivazione cerealicola.
È proprio in quest’epoca che cominciarono ad affermarsi le importanti aristocrazie cittadine dei Cappelli, dei Cappa, dei Marimpietri e dei Visca. 

Di alto pregio artistico sono le chiese medievali e moderne, che caratterizzano l’antico borgo. Culla di stratificazioni cronologiche è San Demetrio di Tessalonica, eretta nella zona meridionale, detta “la conca”, risalente all’epoca medioevale ma completamente ristrutturata e adeguata al gusto barocco nel XVII secolo.
Nel piccolo centro storico spicca la chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, realizzata nel 1820 dalla famiglia Cappelli: impianto a croce latina e architetture barocche caratterizzano l’edificio. All’interno, le tele di Teofilo Patini contribuiscono ad arricchire la chiesa: il
Miracolo della croce and Carlo Borromeo visiting the dying.

Near San Demetrio ne' Vestini the Stiffe Caves are located, a complex of karst caves, included in the natural park Sirente-Velino. The caves are a unicum per il centro Italia: utilizzate sin dall’Età del bronzo, tali cavità hanno rivelato nuove potenzialità all’inizio del Novecento.
Una volta venuto a conoscenza di un corso d’acqua all’interno, Alfonso Cappelli
decise di impiantarvi una centrale idroelettrica, di cui sono visibili ancora oggi alcuni resti.
Dopo il secondo conflitto mondiale, una volta smantellata la centrale, iniziarono le spedizioni speleologiche: il primo gruppo di speleologi fu marchigiano, ne seguirono, poi, uno romano e uno aquilano.

Progetto Realizzato da: Riattivati Youth Cultural Association 

With contributions from: FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, INTESA SANPAOLO, Rotary Club Rieti 

Thanks To the promotion comittee: Amici di Rieti, Associazione Culturale Giovanile Riattivati,  Rotary Club Rieti e Associazione Collezionisti “Sabatino Fabi”

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