La stazione di Rieti fu edificata nel 1883 immediatamente a nord del centro storico, nella zona chiamata Porrara; contestualmente fu abbattuta una porzione della cinta muraria, creando l’attuale piazza Mazzini, dove poi sarebbe stato innalzato il monumento ai caduti reatini della Prima Guerra Mondiale.
Nel territorio reatino la ferrovia giunge da Cittaducale passando per la Valle Oracola, antico confine con il Regno di Napoli; dopo aver attraversata la città, si inoltra nella piana, dove, superata la fermata di Poggio Fidoni – ai piedi dei monti Sabini – entra nel comune di Contigliano sorpassando il rio Canera.
Rieti sorge all’estremità sud-orientale di una conca delimitata da monti, tra i quali primeggia il Terminillo, famosa meta sciistica, che raggiungendo i 2217 m costituisce la più alta cima dei monti Reatini, ed è ben visibile da Roma.
Per la sua posizione geografica, Rieti è tradizionalmente definita il “Centro d’Italia”.
Abitata in epoca protostorica dai Sabini, la vita della città, anticamente chiamata Reate, fu sempre segnata dalla via Salaria, che la congiungeva a Roma e all’Adriatico, e dal fiume Velino, che nella conca formava una vasta area paludosa.
Nel III secolo a.C. il territorio di Rieti fu drasticamente trasformato: il console romano Manio Curio Dentato, infatti, dopo aver assoggettato nel 290 l’intera Sabina a Roma, realizzò la bonifica dell’agro reatino, che acquisì in tal modo la fama di straordinaria fertilità che da allora l’accompagna; ancora oggi, tuttavia, nella piana sono presenti alcuni specchi d’acqua, residui dell’antico Lacus Velinus: tra di essi spiccano i Laghi Lungo e Ripasottile, il cui alto valore paesaggistico e di biodiversità è tutelato dall’omonima Riserva Naturale.
Nell’Alto medioevo, Rieti fu parte del ducato di Spoleto, per poi diventare un Comune all’interno del Patrimonio di san Pietro. Nel XIII secolo diversi furono i Sommi Pontefici che vollero risiedere a Rieti, anche per il ruolo strategico che aveva per la vicinanza con il Regno di Napoli. Di quel tempo la città conserva il maestoso palazzo papale e la maggior parte della cinta muraria.
Negli stessi anni, anche san Francesco visitò il territorio di Rieti: a Fonte Colombo, poco distante dalla frazione di Sant’Elia, nell’estate del 1223 egli scrisse la Regola per l’ordine dei Frati Minori ed è perciò definito il “Sinai Francescano”; secondo la tradizione, poi, durante l’estate del 1225, trascorse un periodo di ritiro presso La Foresta, fra le colline a nord-est della città. Questi due santuari sono collegati a Rieti e agli altri luoghi francescani della Valle Santa dal Cammino di Francesco.
Per la vicinanza al Regno di Napoli, Rieti fu spesso coinvolta in questioni di confine: l’episodio più famoso è la prima battaglia del Risorgimento italiano, combattuta tra Napoletani e Austriaci il 7 marzo 1821, che ebbe luogo proprio tra Campoloniano e la Valle Oracola, aree oggi attraversate dalla ferrovia.
Dopo l’Unità d’Italia, Rieti fu aggregata alla Provincia dell’Umbria fino al 1923, quando passò alla provincia di Roma; nel 1927 fu istituita finalmente la provincia di Rieti, unendovi anche il vecchio circondario di Cittaducale, già negli Abruzzi.
Progetto di: Associazione Culturale Giovanile Riattivati
Con il contributo di: FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, INTESA SANPAOLO, Rotary Club Rieti
Grazie al Comitato Promotore: Amici di Rieti, Associazione Culturale Giovanile Riattivati, Rotary Club Rieti e Associazione Collezionisti “Sabatino Fabi”